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Il Volto del Tempo ad Esanatoglia

 Il Volto del Tempo è un progetto che intende costruire, attraverso la fotografia, un ponte intergenerazionale tra ragazzi ed a...

sabato 3 ottobre 2009

Fototerapia: Seconda Edizione del Volto e la Voce del Tempo


Le fotografie forniscono storia immediata, sociologia immediata,
partecipazione immediata.
(Susan Sontag
)

Il Volto e la Voce del Tempo – Un Ponte tra Generazioni è un progetto di educazione alla Grande Età che intende creare, attraverso la fotografia, un ponte generazionale per promuovere l’avvicinamento, il dialogo e la comprensione tra giovani e anziani, e rappresenta il tentativo di sintetizzare in un solo progetto due tipi diversi di intervento: da una parte la fotografia terapeutica e dall’altra l’animazione di comunità.
La decisione di utilizzare la fotografia con gli anziani è maturata durante il corso di formazione per animatori in case di riposo, realizzato nella città di Ancona nei primi mesi del 2003. L’idea, all’inizio molto vaga, ha preso forma mano a mano che sono venuto a conoscenza di altre esperienze analoghe, realizzate in altri paesi, soprattutto in Inghilterra e in Francia.
Per l’elaborazione del progetto è stato fondamentale il confronto e lo scambio di opinioni con altri fotografi e animatori, con psicologi, psichiatri, assistenti sociali ed educatori che si sono interessati alla fotografia come strumento terapeutico e di crescita personale.
Dal 2003 al 2005 ho potuto mettere in pratica e sperimentare, valutare, correggere e perfezionare il progetto iniziale attraverso il mio lavoro di animatore in diverse case di riposo della provincia di Ancona. Questo vissuto professionale è stato inserito in una cornice teorica più ampia, , grazie ai contributi dei professori e degli allievi del Master di Primo Livello in Comunicazione e Linguaggi non Verbali all'Università Ca' Foscari di Venezia che ho avuto il privilegio di frequentare dal 2006 al 2007. Mi sono stati particolarmente utili, per rendermi un professionista più riflessivo, gli insegnamenti della Professoressa Ivana Padoan, del Professore Umberto Galimberti, Paolo Puppa, Lino Vianello, Mario Paolini e Umberto Margiotta, che rimangono per me sempre come punti di riferimento teorico.
In questa seconda edizione, del 2009, gli alluni della Scuola Media avranno la possibilità di conoscere le suore anziane del Convento Missionario Francescano di Loreto, che sono molto felici della prospettiva di fare nuove amicizie. Le Case di Riposo della Regione Marche che desiderassero partecipare a questo nuovo percorso possono contattare gli organizzatori del progetto all'indirizzo: voltodeltempo@gmail.com o rivolgersi all'Associazione Ponte Blu ponteblu@gmail.com Alternativamente possono contattare Ayres Marques al numero: 3337252302.

Come introdurre il progetto

Ogni casa di riposo ha delle sue peculiarità che vengono osservate e rispettate e che ci indicano la strada migliore per introdurre il progetto all’interno di un intervento più ampio di animazione.
In alcuni casi è stata la musica ad offrire il pretesto per iniziare l’attività di fotografia terapeutica. Dall’ascolto delle “canzoni di una volta” si è passati ai ricordi che quelle canzoni suscitavano. Dai ricordi si è risaliti alle foto dei cantanti di quel periodo. Dalle foto dei cantanti si è poi giunti alle vecchie foto degli ospiti e, infine, alle foto del presente.
In altri casi sono state le foto scattate durante la festa dei compleanni ad offrire il pretesto per chiedere agli ospiti di mostrare le loro vecchie foto e poi di raccontare le loro storie.

Svolgimento del progetto

Qualunque sia la modalità seguita per introdurre il progetto, si possono individuare quattro fasi per il suo svolgimento.

1ª Fase
Gli ospiti della casa di riposo vengono fotografati in diversi momenti del quotidiano. Queste foto vengono mostrate agli anziani e servono come pretesto per far raccontare la loro storia e per stimolarli, con l’aiuto dei familiari, a cercare le vecchie foto e costruire così il loro “album dei ricordi”. Questa attività stimola l’approfondimento dei rapporti tra gli anziani e i loro familiari, tra gli ospiti e gli operatori professionali e i volontari).
Inoltre, l’organizzazione dell’album è un valido strumento di sostegno alle terapie di orientamento alla realtà, contribuisce a rafforzare il senso di identità personale e di conseguenza aumenta l’autostima dell’ospite che vede valorizzata la sua memoria.
Alla fine tutti gli anziani vengono coinvolti, secondo i diversi gradi di partecipazione che le loro condizioni fisiche e mentali permettono.
Le foto selezionate dagli stessi anziani, sono poi presentate ai ragazzi delle scuole o delle parrocchie del territorio circostante.
Ad ogni ragazzo viene chiesto di scegliere la foto di un anziano e di osservarla attentamente. Poi, usando l’immaginazione deve creare la biografia della persona ritrattata nella foto scelta. In seguito si chiede al ragazzo di affiancare la sua foto a quella dell’anziano.
Simbolicamente, ragazzo e anziano si avvicinano generando una sintonia affettiva che permetterà un incontro a livello più profondo tra le due persone.

2ª Fase
Le biografie immaginarie sono discusse con i ragazzi e con gli anziani e servono come preparazione all’incontro tra loro. In questo momento l’ospite ha un’ultima occasione per raccontarsi, rispondendo agli stimoli forniti dalla storia inventata dal ragazzo e fornendo all’animatore, con l’ausilio di familiari e operatori, gli elementi per scrivere la propria scheda biografica.
In seguito i ragazzi sono invitati a visitare la casa di riposo per conoscere finalmente di persona i soggetti delle biografie immaginarie, in modo da poterli confrontare con le loro storie reali.
In questo incontro si pongono le basi per ulteriori visite e futuri scambi epistolari. Questi scambi intergenerazionali contribuiscono a creare una sinergia di conoscenze e a prevenire l’isolamento dell’anziano istituzionalizzato.

3ª Fase
Si organizzano delle mostre presso i Comuni interessati al progetto, in cui vengono esposte le foto dei ragazzi e degli anziani, le biografie immaginarie, le riflessioni dei ragazzi sull’incontro e le schede biografiche degli anziani.
L’allestimento della mostra diventa essa stessa un’attività di animazione che stimola la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nell’intervento.
Ogni mostra, che può affiancarsi a un seminario sulla Grande Età, offre l’opportunità di presentare il progetto ad una parte più ampia della comunità, ma soprattutto crea un’ulteriore occasione di incontro tra i ragazzi, i loro familiari e amici con gli anziani e i loro parenti, con gli operatori delle case di riposo, gli insegnanti, gli educatori delle parrocchie e i rappresentanti di istituzioni pubbliche e private.

4ª Fase
In questa ultima fase del progetto è prevista l’elaborazione di un sito interattivo, contenente testi e foto degli anziani e dei ragazzi, per agevolare la comunicazione tra loro e rendere maggiormente visibile l’esperienza realizzata.
A questo scopo, viene editato e pubblicato anche un volumetto che raccoglie foto e biografie, testi di analisi sulle implicazioni terapeutiche, sociologiche e psicopedagogiche del materiale prodotto durante lo svolgimento del progetto.
Il volumetto può presentarsi come quaderno operativo per essere utilizzato da altri ragazzi e allo stesso tempo come guida per animatori e insegnanti che vogliano inserire questo percorso di educazione alla Grande Età nei loro interventi animativi e pedagogici.